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Passeggiando per Valloria


Carruggi a Valloria
 

Entrando a Valloria si viene subito colpiti dal grande murales realizzato dagli studenti del Liceo artistico di Imperia “La raccolta delle olive”, un dipinto che rende omaggio alla tradizione contadina della valle.
Sostituisce il precedente murales dell'artista Mario Carattoli, deteriorato purtroppo dagli agenti atmosferici.

Le 3 fontane



Nella piazza principale, ecco le tre fontane che hanno dato nome e simbolo all’Associazione degli Amici di Valloria, a cui si deve la rinascita del borgo con tutte le sue iniziative.
Da qui, seguendo le indicazioni bleu “percorso consigliato” inizia il labirintico percorso. 




Museo "Cose Dimenticate"


Da visitare è anche il piccolo museo delle “Cose Dimenticate”, allestito nell’ex oratorio santa Croce del 1587.

Qui sono esposti tanti preziosi reperti della vita quotidiana dei nostri avi in queste valli: attrezzi domestici o degli artigiani, antichi tessuti lavorati a mano, strumenti contadini e per la produzione dell’olio.

 

 


Una vera chicca è poi la “ripercussia”, strumento musicale fra il pianoforte e l’organetto costruito dall’artista-inventore Giacomo Pisani, nato e cresciuto a Valloria, detto “Minetto” (1886-1959).

A questo punto ci sta proprio bene una sosta al bar ristorante
Antiche bontà di Valloria”.


Dopo pranzo, per… smaltire artisticamente qualche caloria, potete affrontare due brevi passeggiate intorno a Valloria.

Chiesa
di San Giuseppe
le tonde "caselle" costruite
con pietre a secco



Dalla salita dietro alle fontane si arriva infatti alla chiesa di San Giuseppe, in un punto panoramico che in alcune giornate offre una vista del mare fino al profilo della Corsica.

L’altra passeggiata, più impegnativa, parte dalla piazza della chiesa parrocchiale. Si percorre via Garibaldi per arrivare a una strada interpoderale fra gli ulivi, fino al “Passo della valle” e, volendo, alla “Madonna del Tuvo”.

 


Dal borgo si raggiungono anche percorsi adatti alla mountain bike e sempre dalla salita dietro le fontane con un minimo di preparazione si può, seguendo il percorso ben segnalato, raggiungere il monte Moro o il monte Faudo. Lungo il percorso osserveremo le “caselle” tipici piccoli locali in pietra normalmente rotondi sormontati da lastre di ardesia coperte di terra, ricovero di pastori in tempo di pascoli.

 

 

 

 

Andar per borghi

ITINERARI DI UN GIORNO NELLA VAL PRINO E DINTORNI

Chiesa Madonna del piano

Vi sono luoghi comuni che si sedimentano nella memoria collettiva e sono difficili da sfatare. Quando per esempio, si parla della Liguria, il primo sinonimo che viene alla mente è mare. Del suo mare tutti hanno parlato e scritto e su di esso si è costruita la storia e l'economia di questa regione. Ma il mare ha costituito per cosi dire anche il suo limite avendo nell'immaginario ridotto questo arco di terra in un unico sottile filo che corre da La Spezia a Ventimiglia quasi dimenticando il suo spessore geografico e con esso la storia, l'economia e le popolazioni che lo abitano da generazioni. Ad onore del vero bisogna dare atto che negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative per dare slancio all'entroterra ligure che in ragione di quanto esposto può oggi vantare un ambiente pressoché intatto ed è quindi in grado di essere competitivo con regioni con una lunga tradizione di turismo interno come ad esempio la Toscana e le Marche.

Scorci di Valloria - anche la piazza della chiesa è un'opera d'arte in
occasione del corpus domini



Vi proponiamo quindi un itinerario che, senza farvi macinare troppi chilometri , vi porterà in pochi minuti d'auto in un mondo diverso e accattivante dove muoversi nello spazio vuole dire anche spostarsi un po' nel tempo rivivendo ritmi ed atmosfere del passato, gustando cibi genuini e rispolverando storia e cultura.

 

 

 

Il percorso prende le mosse da borgo Prino alla periferia di Porto Maurizio. E' un piccolo abitato di origine romana, un tempo sede di cantieri navali, alla foce del torrente che da il nome alla vallata. Del passato si evidenzia una torre quadrata che è stata adeguatamente ristrutturata. Dalla foce del Prino, si arriva anche al casello dell'autostrada dei fiori di Imperia Ovest con comodo svincolo che porta all'inizio del nostro itinerario.

Il primo paese che incontriamo sul percorso del nostro itinerario è PIANI. In zona vi sono accoglienti campeggi per chi arriva con roulotte, camper ecc. Merita attenzione la Chiesa dell'Assunta con affreschi di Tommaso Biasacci da Busca (1488).

 



Si prosegue lungo la stretta provinciale che ci porta verso DOLCEDO. Il centro più popoloso ed importante della valle, a 7 km da Porto Maurizio. Lungo la strada incontreremo TORRAZZA abitato, il cui nome prende origini da una bella torre, ottimamente conservata, che campeggia sopra il paese.
La torre è parte di una catena di torrioni e torrette che in passato costituivano il telegrafo senza fili attraverso cui si comunicava con l'entroterra, per mezzo di segnali visivi, l'avvicinarsi di nemici quali i pirati barbareschi o prima ancora i Saraceni che sino al 970 d.C. sono stati la vera ossessione di queste coste.

 


Proseguendo entriamo nello abitato di DOLCEDO, antico feudo dei Marchesi di Clavesana sino al 1228, passato poi a Genova e, quindi, comune autonomo nel 1613. Zona di uliveti come tutta la valle del Prino, Dolcedo possiede ancora antichi frantoi ben conservati. Da vedere la bella chiesa di S. Tommaso del 1100 che conserva alcune opere d'arte e la bella loggia del comune con le antiche unità di misura delle sementi. A fianco del torrente Prino, è attraversato da uno dei più caratteristici ponti medioevali della zona costruito dai cavalieri di Malta nel 1292 e denominato "Ponte Grande".

 

Con alcune escursioni si può raggiungere il paese di LECCHIORE dove operano due aziende agro turistiche che offrono ospitalità, o si può salire al Monte Faudo (1149 m. s. m.) del quale si apre un panorama vastissimo sulla costa Ligure che va da Capo Mele a Capo Nero.

Proseguendo nel nostro viaggio, lungo la valle si incontra il comune di MOLINI DI PRELA’, area storicamente legata al destino dei Conti di Ventimiglia prima e dei Savoia dopo, dominato dal leggendario Castello di Pietralata da cui deriva il nome di Prelà.

I possenti resti nelle vicinanze di Pianavia sono ancora visibili a testimonianza del loro passato. Il castello venne distrutto nel 1613 dalla Repubblica di Genova allora ostile ai Savoia. La valle dove nasce il torrente Prino è un'ampio bacino verdeggiante circondato da un anfiteatro di basse montagne tra le quali prevale il Monte Moro, nome a ricordo delle invasioni Saracene. Alle falde di questo si adagia il bianco paese di Villatalla, a circa 550 m. sul livello del mare.

Vi si arriva lasciando alle spalle l'abitato di Molini dove si può visitare la bella Chiesa di S. Giovanni del Groppo con portico affrescato del XV secolo, e dove si può gustare un buon pranzo al ristorante Val Prino che offre specialità liguri (è consigliabile la prenotazione).

Salendo sui lenti e brevi tornanti superiamo il piccolo borgo di COSTIOLO antico centro difensivo della valle con resti del "Romitorio" (luogo nel quale veniva concessa ospitalità ai pellegrini) ormai coperto da folta vegetazione. Incontriamo quindi il bivio per VALLORIA (già Vallis Aurea).


Facciamo tappa in questo piccolo borgo medioevale molto ben conservato dove si possono osservare testimonianze che ci riportano a tempi molto lontani: colonne, capitelli, architravi scolpite, ecc.

Nella Chiesa barocca dei SS. Gervasio e Protasio è conservato il primo polittico del Casanova datato 1523, pittore che ha lasciato ampia testimonianza delle sue opere anche nelle altre Chiese della Valle da DOLCEDO a VILLATALLA, a PRELA' a TAVOLE.



Valloria non vanta soltanto un origine millenaria ma è anche un paese dove l'arte è stata al centro di iniziative più recenti. In questo borgo si danno convegno, ormai da ventiquattro anni, pittori ed artisti di fama che mettono alla prova la loro genialità trasformando le vecchie porte lignee delle abitazioni in altrettanti supporti per opere pittoriche o per originali bassorilievi.

Attualmente sono centocinquant'otto le porte dipinte di Valloria ed altre se ne aggiungeranno negli anni a venire. L'associazione "Amici di Valloria" che opera come una pro loco, propone un interessante opuscolo illustrativo con relativa piantina per una visita nei carruggi alla scoperta di questa originale pinacoteca a cielo aperto.

Merita anche una visita il piccolo ma ben organizzato museo delle "cose dimenticate": una preziosa raccolta di oggetti della vita contadina, artigiana e domestica delle popolazioni locali in epoche più remote. Instancabile poi l'attività estiva dove non mancano serate gastronomiche e festaiole per rallegrare il soggiorno di un turismo sempre più esigente e in cerca di alternative alle solite vacanze.

Riprendiamo il nostro viaggio e torniamo quindi sulla strada provinciale dirigendoci verso l'abitato di TAVOLE il cui nome ricorda che dagli alberi della zona si ricavavano le tavole per i cantieri di Imperia Oneglia dal cui porto i velieri facevano rotta per i paesi più lontani. Tavole è stato un apprezzato paese di villeggiatura campestre grazie alla posizione riparata dei venti.

Proseguendo per l'ultima tappa, sul versante ovest della vallata, si raggiunge in fondo alla valle, il già citato paese di VILLATALLA. Qui la vista si apre sino al mare in uno splendido orizzonte. Il paese ancora oggi accoglie alcuni allevatori che portano i loro animali sui pascoli dei monti circostanti. Ivi si può acquistare ricotta e formaggi caserecci e ci si può ristorare al piccolo bar trattoria all'inizio del paese.

Al ritorno arrivati al bivio di Molini di Prelà possiamo deviare per l'abitato di PANTASINA antico feudo dei Lascaris di cui resta un palazzotto incompiuto di buona fattura.

Si prosegue per il citato Castello di Pietralata e passata Pianavia si arriva a VASIA paese che vanta il più alto campanile della zona.

Nella antichissima Chiesa di S. Martino del 1119 vi si stabilì un gruppo di monaci Benedettini provenienti dall'isola di Lerins (Lerino) nel golfo di Cannes, sede di un'importante Abbazia.

Furono i Benedettini che insegnarono alle popolazioni della zona la coltivazione dell'ulivo creando, generazione dopo generazione, gli imponenti terrazzamenti che ancora oggi ammiriamo.

Da Vasia sono possibili escursioni a MOLTEDO e al famoso Santuario di Montegrazie che conserva pregevoli opere pittoriche: stupendi i cicli di affreschi di Tommaso e Matteo Biasacci (1483), di Gabriele della Cella e Pietro Guido.

Nella parrocchiale Barocca è invece conservato il magnifico polittico di Carlo Braccesco (1478) ripartito in ben 19 scomparti.

La gita avrà termine a Porto Maurizio dove è possibile trovare tutto ciò che può consentire un piacevole soggiorno.

Ritornando sui nostri passi, per chi da Molini di Prelà avesse optato per ritornare a Dolcedo, da qui potrà dirigersi verso CARAMAGNA passando da ISOLALUNGA.

In ogni caso il circuito non supera tra andata e ritorno i 60 km.


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